L’importanza della dose booster

L’importanza della dose booster

Il 27 settembre 2021 il ministero della salute, attraverso circolare, raccomanda la somministrazione della cosiddetta dose “booster” ai soggetti di età superiore agli 80 anni e agli operatori sanitari.

L’11 novembre 2021, il ministero della salute sempre mediante circolare raccomanda a partire dal 1° dicembre 2021 la somministrazione della dose “booster” ai soggetti di età compresa tra i 40 e 59 anni.

Per tutte le categorie menzionate la dose può essere somministrata se: è stato concluso il ciclo vaccinale e se sono passati almeno sei mesi dalla data dell’ultima inoculazione.

A cosa servono i vaccini?

Come ben sappiamo i vaccini, compresi quelli contro SARS-COV2, hanno duplice funzionalità: bloccare l’infezione e ridurre le complicanze della malattia.

Per quanto riguarda il primo punto dati sperimentali condotti in paesi che hanno iniziato a vaccinare la popolazione prima dell’Italia, come Israele, Stati Uniti e Inghilterra, hanno evidenziato come la protezione dall’infezione, con i vaccini fin ora utilizzati, scenda al di sotto del 50% dopo 6 mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale.

L’importanza della dose booster
Figura 1: in ascisse copertura vaccinale di partenza, in ordinate i mesi trascorsi  
Da cosa dipende la probabilità di infezione?

La risposta risiede in quello che viene definito “correlato di protezione”.

Il “correlato di protezione” è praticamente un valore al di sotto del quale l’individuo ha maggiore probabilità di contrarre l’infezione. Ok ma allora:

perché due soggetti vaccinati contemporaneamente hanno probabilità differenti di contagiarsi?

La risposta risiede ancora nel correlato di protezione ma soprattutto nella sua peculiare caratteristica di non avere un valore specifico che lo definisce poiché a influenzarlo ci sono diverse variabili: la specificità delle IgG neutralizzanti, più sono specifiche e maggiormente proteggono, la presenza di linfociti B circolanti che proteggono dalla malattia e le condizioni di salute del paziente, se è immunodepresso o ha patologie croniche. C’è da sottolineare inoltre che se un virus è in grado di causare più quadri clinici allora esisteranno tanti correlati di protezione quanto i quadri clinici causati dall’infezione. 

L’importanza della dose booster

Lo scopo della dose booster è di conferire nuovamente all’individuo una robusta immunità neutralizzante, che diminuisce il rischio di infezione, permettendogli di poter compiere una vita lavorativa e sociale quanto più possibile “normale”. Al contempo, da un punto di vista sanitario, la dose booster riduce la circolazione del virus e consente agli ospedali di mantenere reparti COVID free che possono essere fruibili alla cura delle altre patologie.

Il caso J&J: dose booster sì o no?

Questa è una domanda che risuona in maniera molto forte in questo periodo.

La risposta è sì, bisogna fare la dose booster.

Sempre in base alle evidenze scientifiche e come si vede dal grafico, l’immunità dei vaccinati con J&J parte da circa un 80% e si riduce al 50% dopo 4 mesi fino ad arrivare al 10% in 6 mesi

È necessario quindi che i pazienti a cui è stato somministrato J&J ricorrano al richiamo, indipendentemente dal vaccino che gli verrà inoculato.

Quanto dura il green pass se faccio la dose booster?

Il green pass durerà 12 mesi dalla data dell’inoculazione della dose booster.

E allora preparatevi a ri-azzerare il contatore del green pass, continuate a volervi bene, immunizzatevi!!

Dott.ssa Immacolata Soriano

Circolare Ministero della Salute: parte terza dose ad anziani, RSA e Sanitari

Protection of BNT162b2 Vaccine Booster against Covid-19 in Israel | NEJM

Vaccine efficacy, effectiveness and protection (who.int)

SARS-CoV-2 vaccine protection and deaths among US veterans during 2021 (science.org)

Vaccines: correlates of vaccine-induced immunity – PubMed (nih.gov)

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