L’anno del carrozzone

*Ciao Diario! E’ l’anno del carrozzone *

<Ciao>

*Perchè mi saluti così?*

<Perchè son successe moltissime cose, ma non mi hai scritto più e allora penso che tu non sia più partecipe come prima e che lasci che scorra tutto come l’acqua cheta di un fiume!>

*Si partecipa anche con il silenzio! Cercando di costruire ciò che si contrasta attraverso il dialogo, forma molto soggettiva e oggettiva che modella il pensiero. Il dialogo, in questo periodo, non è facile, trova la risposta autarchica e la prepotenza a perseguitarlo, quindi il silenzio del dialogo, tra la folla, costruisce!*

<Anche scrivere è una forma di partecipazione al dialogo. Poche righe scritte da chiunque abbia un idea, un pensiero, un sogno, un diritto, è fondamentale per non restare in silenzio. Fomentare un pensiero distorto, che può insinuarsi nella società e farlo diventare obiettivo da perseguire, non è scrivere. E’ necessario scrivere per piacersi, per piacere a chi legge, per insegnare, per esprimere sentimenti, ma mai per forviare il lettore e offrirsi la possibilità di diventare un losco obiettore di coscienze confuse!>

*Ciascuno di noi può essere partecipe al proprio sogno di volere una società libera e democratica. Tutti siamo uguali e tutti possiamo vivere ugualmente.

Ma ora ti racconto:

Oggi è il 25 Settembre 2023

Ti ricordi quel Pinocchio che vidi esposto in vetrina? Era seduto, aspettava e aveva iniziato a capire come il gatto e la volpe forgiassero il pensiero per ottenere le sue monete. Il gatto e la volpe erano molto ambiziosi, tracotanti di volercela fare in tutto, senza fare nulla e prendendo all’altro, non gli interessava se la società potesse scartarli, andavano contro di essa e ce la facevano a sopravvivere.

Ammaliati dal gatto e la volpe a pinocchio non fù risparmiata la sofferenza degli stenti, della bugia, del doversi sentire diverso, perchè la società l’aveva reso diverso. D’altronde era una burattino di legno e da se stesso non si aspettava nulla, era semplicemente trascinato dal sistema che lo portava ovunque egli vedesse ciò che era facile. E’ per questo che finì nel paese dei balocchi seguendo un banditore che, con un carrozzone, prometteva tutto, senza far vedere la realtà! Le conseguenze per Pinocchio furono disastrose, venne isolato da tutti, perse ogni cosa per lui importante, anche la vita del padre Geppetto.

Ma Pinocchio aveva una fortuna inconsapevole che lo aiutava, aveva una fata che, per uno strano motivo, lo amava, e lo aiutò a comprendere cosa fosse importante e come doveva riconoscere i tanti gatto e la volpe che tentavano di farlo rimanere un burattino con la furbizia. Pinocchio pensò bene di ascoltarla e questo lo portò a riavere tutto ciò che aveva perso e a conquistare una vita fatta di equilibri, in una società che lo accoglieva senza discriminarlo soltanto perchè era un burattino di legno. Imparò a leggere e a scrivere così da comprendere sia i burattinai, sia i viandanti del paese dei balocchi. Pinocchio si trasformò in un bambino!

< Fà riflettere questo racconto!>

Eh si! Bisogna capire che viviamo questo. Il paese dei balocchi ha preso il sopravvento con il gatto e la volpe che lo conducono. Ora resta a noi lottare contro per riuscire a raggiungere il cambiamento. Non è un discorso di corrente destra o di sinistra o di chi è più bravo o meno o di chi ha fatto o di chi ha detto, è un discorso oggettivo, il popolo cerca una figura stabile di riferimento nella politica e che non sia quello che fin’ora ci ha volutamente preso in giro.*

<Che significa quando scrivi un burattino di legno che la società lo faceva sentire diverso?>

*Beh vedi, ci sono molti modi di salire sul carrozzone di chi imbandisce la mente facendoti credere che tutto sia uguale, uno di questi è confondere la propria idea, offuscandola con qualcosa che sembra buono per te stesso, ma che in realtà cela un pensiero opposto. Un ciocco di legno non è uguale a un lingotto d’oro, da quest’ultimo tu puoi prendere come e quanto vuoi e ti segue perchè si alimenta di se stesso, mentre il ciocco di legno, un burattino, non ha nulla e scappa dal quel nulla per trovare delle piccole briciole d’oro.

E così l’emarginato scappa per cercare di star bene. L’emarginazione è l’arma migliore che si attua per far in modo che l’emarginato non si moltiplichi. E si creano le differenze, bianco e nero, ricco e povero, nord e sud, tu e io! Tutto questo in cambio della vita di essere umani. Ciascuno di noi dovremmo avere il diritto di vivere con dignità, ma arriva un momento che qualcuno, per vie traverse, decide che non tutti abbiamo questo diritto e nasce un forma schifosa che chiamiamo emarginazione e che portiamo all’estremo sotto forma di razzismo. Ora, non mi dilungo sulle tante forme di razzismo che ci sono!*

<Che ci sono? Vuoi dire che c’erano!>

*No, ci sono! Il razzismo è una parte di vita contemporanea che viviamo giornalmente. La tastiamo da quelle menti che inveiscono contro chi scappa dalla guerra, fame, torture o anche chi vuole cambiare nazione e iniziare altrove la propria vita. Allunghiamo il dito, lo puntiamo contro e spariamo parole seguite da fatti di persecuzione, ostacolando la vita di questi esseri umani che vediamo solo come ciocchi di legno.

Gli attori principali sono sempre gli stessi alla guida del carrozzone, riescono a intontire la mente di chi pensa possa trovare una soluzione facile, ma quella stessa soluzione porta la morte dei tanti sfortunati che in quel momento cercano di scappare. Salgono su una barca o scappano nel deserto o si perdono tra le gelide alture montane dei confini d’europa, molti cadono tra le strade circondate da eserciti inferociti comandati da menti insane che ambiscono ad avere il potere, tutto per lo stesso prezzo, la vita.

A me non sta bene che tu vivi invadendo il mio territorio perchè devi stare nel tuo e allora io mi sento in diritto di alzare la voce e con dominanza farti morire, perchè non è vero che stai male se, mentre scappi per la vita hai le scarpe, sei vestito, e hai il teflonino, se hai tutto questo sei un privilegiato che rischia la vita per venire in un paese e prenderci la nostra identità! Te lo dicono quelli che da mattina a sera campano sulle spalle dei cittadini privati di ogni futuro per mantenersi il privilegio e il potere!

<Ma che scrivi?>

Caro Diario di un risveglio, fosse solo invenzione e scrittura tutto questo, saremmo ancora al giro di boa, ma quella stessa boa, ormai, si è stacca e naviga in un mare alto in burrasca. E’ quello che viviamo! Si chiama, discriminazione sociale, predominanza a perseguitare con ogni mezzo!*

<Ogni mezzo?>

Soldi, accordi politici, scambio di esseri umani, tratte clandestine, accanimento contro soccorsi umanitari, mafia! E siamo arrivati fin qui pur proclamandoci paese europeo fondato su una Repubblica democratica!

<E ora?>

*E ora ci aiuteranno ad uscire da questo i paesi europei che hanno capito che l’Italia ormai è isolata da un sistema autarchico politico. Ma la cosa non si ferma qui! Il gatto e la volpe vogliono i soldi di pinocchio e il carrozzone viene spinto dai tanti che sono saliti a colpi di fame tagliando sul popolo tutto ciò che è un diritto, accanendosi contro l’istruzione, perchè è di ostacolo con le idee di progresso, togliendo il diritto alla salute, impedendo alla sanità di poter essere accanto al cittadino, limitando la partecipazione del cittadino ad ogni forma di pubblica amministrazione e per finire, isolando l’Italia con interventi internazionali privi di ogni dialogo tra gli Stati.

Sai diario, è morto il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, il 22 Settembre, militante di sinistra. Fù un precursore di insegnamento per l’idea europeista. In un suo intervento 11 Dicembre 2014, in occasione della sessione di apertura dell’Italian-German High Level Dialogue disse:

“Il grande processo dell’unione politica, della creazione di un’Europa che sia davvero la casa comune di tutti i suoi cittadini. Una casa dove essi possano sentirsi cittadini europei”

Presidente emerito giorgio Napolitano

Fin’ora c’è una accesa diatriba tra Italia e Germania che vuole finanziare le navi soccorso, dette ONG, per continuare i salvataggi in mare. Il governo italiano attuale, si oppone chiedendo alla Germania di non farlo, per evitare l’aumento della migrazione. In realtà, i dati riportano che la politica dei porti chiusi e dei soldi dati in cambio per le non partenze, ha portato al collasso gli sbarchi, tanto da rendere Lampedusa ingestibile al fenomeno. E sappiamo bene che, questo governo, usa il sud Italia come centro permanente migrazione!

Il senso razzista verso la terra del sud, chiamata predomina, cercando di isolarla con opere strutturali desiderate anche dalle mafie, come il Ponte sullo stretto. Si preferisce finanziare un opera costosa e altamente inquinante per l’ambiente e la morfologia del territorio, pur di portare avanti la promessa fatta a chi ha indossato il doppiopetto pensando di dominare sull’Italia e oggi, si prende il merito improprio di voler essere ricordato, nonostante il popolo italiano non porterà mai merito al giustizialista dell’unità d’Italia, che ha reso il sud Italia covo delle mafie, isolandolo e seminando razzismo al grido Terroni.

Dopo la strage di Cutro, il governo si guarda bene di non commettere altre carneficine e sopratutto cercare soluzioni efficienti per tamponare il fallimento delle politiche migratorie che aveva gridato di risolvere in campagna elettorale, tanto da manifestare la sua impronta autarchica quando i manifestanti dell’opposizione, durante i comizi elettorali, venivano perseguitati dalle forze dell’ordine, lo scopo era, mettere a tacere la voce del popolo per far salire la massa sul carrozzone, oggi naturalmente trasformati in asini a danno della dignità sociale.

E così quel carrozzone cammina a spinte, caro Diario, tra politiche che portano il malcontento quotidiano e la disparità sociale.

Eclatante il caso reddito di cittadinanza, al grido lo toglieremo in cambio di lavoro, oggi il risultato per il popolo è: l’abbiamo tolto in cambio di niente, se non una misera somma di carità da dare ad una parte minima del paese, ma era scontato, la scuola di questo governo è il passato di: vi daremo un milione di posti di lavoro, e poi sappiano com’è finita! Nessun posto di lavoro stabile che potesse garantire dignità sociale, ma precariato e disoccupazione hanno portato il paese al fallimento del tessuto del mondo del lavoro!

Hanno fallito anche in questo a danno dei poveri!

Hanno fallito su, come aiutare il tessuto sociale nel quotidiano. Il costo del carburante a più di due euro, per far cassa nel bilancio dello Stato, ora deve fare i conti con la manovra economica e finanziaria del prossimo anno.

Hanno fallito nel rapporto di dialogo con il cittadino, perseguitandolo senza ascoltarlo. I manifestanti per il clima, sono avventori sociali, per lo Stato, tanto da meritare processi. In realtà sono persone che chiedono l’aiuto dello Stato per la tutela del territorio. Alla popolazione è stato fatto il lavaggio del cervello, convincendo che sono disturbatori, ora la massa li confonde come male sociale. Anche in questo bisogna prestare attenzione, il lavaggio del cervello è una forma subita e non si riesce a gestire se non si ha un fondamento sociale e culturale!

Hanno fallito il dialogo culturale, cercando di entrare nelle università per imporre il pensiero estremista, bloccato dagli studenti, che il loro pensiero lo hanno ben fermo!

Hanno fallito negli aiuti a chi chiede di voler studiare beneficiando anche di un alloggio, sono in corso manifestazioni in tenda da parte degli studenti universitari, che chiedono soluzioni da un governo sordo e che non li apprezza!

Hanno fallito il dialogo con l’unione Europea, cercando di mettere in luce un anti europeismo estremista, trasformando il momento politico, in una piacevole sagra tra le montagne a pro della discriminazione razziale, oggi, in vista delle elezioni europee, cercano di trascinare sul carrozzone quella parte di gente che si trasformerà in asini!

*E potrei continuare ancora, caro diario.*

<No! L’unica soluzione è svegliare la mente!>

*E così! Dobbiamo comprendere che siamo figli della democrazia, siamo figli della Repubblica e oggi non siamo rappresentati da questa storia, ma da un passato trasversale che ha portato decadenza. Il tempo che perdiamo in questi anni non lo recupereremo dopo, se non attuiamo un cambiamento radicale negli attori politici! Bisogna saper dire basta, a tutti quelli che fino ad oggi hanno trascinato il carrozzone a destra e a sinistra!

Il popolo deve entrare nei palazzi della Repubblica, perchè solo così la realtà sociale può avere una giusta dignità!

Finisco col dirti che, il 7 Ottobre a Roma, i sindacati scenderanno in piazza per una grande manifestazione nazionale a tutela del diritto del cittadino, ricordo solo che questo governo alla necessità di chi viene sfruttato sul lavoro con salario basso che implica al lavoro nero e al lavoro precario, ha detto no alla richiesta di un salario minimo, mettendo in campo politiche che beneficiano la classe capitalista!

E’ il momento quindi della partecipazione!*

A presto

L'anno del carrozzone

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