Unione Europea rafforza la difesa militare – Piano ReArm
Ciao Diario, un passo avanti per gli Stani Uniti d’Europa. Come ci hanno insegnato nel Manifesto di Ventotene i nostri padri fondatori dell’Unione Euorpea.
22 Marzo 2025
Storia contemporanea dell’Unione Europea:
L’Unione Europea rafforza la difesa militare – ReArm
Il 20 e 21 Marzo 2025 si è tenuto a Bruxelles il Consiglio europeo alla presenza dei leader dei 27 paesi appartenenti all’Unione. Gli Stati hanno accolto favorevolmente il piano per finanziare la difesa europea Piano ReArm Europe/Prontezza 2030
Un punto di svolta importante per l’unione Europea volta a rafforzare la difesa militare e contrastare gli attacchi efferati del dittatore Russo Putin contro l’Ucraina e gli Stati Europei. Un passaggio storico che lancia un messaggio chiaro agli Stati Uniti d’America sovrastati dalla politica di destra del partito repubblicano Trumpiano che in questo momento cerca svolgere un ruolo di mediatore per accordare le parti, Ucraina e Russia, al fine del cessate il fuoco. Non mancano le minacce di Trump di non sostenere a livello militare l’Ucraina economicamente se non concede la resa alla pace contro il dittatore Russo che si avalla del potere economico bellico indipendente, cercando di ottenere la dominanza dello Stato ucraino e gettare il confine all’avanzata europea nello stato ucraino, ormai già in atto. In questo clima bellico.
L’Unione europea rafforza la difesa militare
coinvolgendo gli Stati con l’obiettivo di seguire un unica strada attraverso il piano ReArm Europe/Readiness 2030:
“Investire nella difesa europea significa investire in una pace duratura e in una stabilità a lungo termine per le generazioni attuali e future. Ma non solo. Significa anche stimolare l’innovazione tecnologica, sostenere la competitività europea, promuovere lo sviluppo regionale e stimolare la crescita economica”.
Il Libro Bianco delinea tre aree d’azione fondamentali:
- Sostegno all’industria europea della difesa, semplificazione delle normative e razionalizzazione dei programmi industriali.
- Mercato unico della difesa e accelerazione della trasformazione della difesa attraverso innovazioni dirompenti come l’Intelligenza Artificiale e la tecnologia quantistica.
- Prontezza europea per gli scenari peggiori, migliorando la mobilità militare, la costituzione di scorte e promuovendo la cooperazione operativa in tutta l’Unione Europea.
Il piano ReArm Europe/Readiness 2030:
800 miliardi di euro che gli Stati membri mobiliteranno nell’ambito del piano ReArm Europe/Readiness 2030 per finanziare l’aumento della spesa per la difesa
Strumenti previsti:
- Clausola di salvaguardia nazionale del patto di stabilità e crescita, consente agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa. Un aumento dell’1,5% del PIL nei bilanci della difesa potrebbe creare quasi 650 miliardi di EUR di margine di bilancio nell’arco di quattro anni.
- Prestito da 150 miliardi di EUR – Security Action for Europe (SAFE) – Lo strumento aiuterà i paesi a investire in settori chiave della difesa come la difesa missilistica, i droni e la sicurezza informatica. I fondi saranno raccolti sui mercati dei capitali ed erogati agli Stati membri interessati su richiesta, sulla base di piani nazionali. SAFE incoraggerà gli Stati membri a spendere meglio, insieme e a livello europeo.
- Sostenere il gruppo Banca europea per gli investimenti nell’ampliamento della portata dei suoi prestiti a favore di progetti nel settore della difesa e della sicurezza.
- Accelerare l’Unione del risparmio e degli investimenti per mobilitare capitali privati in modo che l’industria europea della difesa non dipenda unicamente dagli investimenti pubblici
Piano d’azione per espandere le capacità industriali europee
nei settori dell’acciaio e dei metalli per rafforzare il piano di difesa militare:
L’industria siderurgica europea, con circa 500 siti di produzione in 22 Stati membri, contribuisce per circa 80 miliardi di euro al PIL dell’UE e sostiene oltre 2,6 milioni di posti di lavoro.
- Garantire un approvvigionamento energetico sicuro e a prezzi accessibili per il settore. Il piano d’azione promuove il ricorso agli accordi per l’acquisto di energia elettrica e incoraggia gli Stati membri a sfruttare la flessibilità dell’imposta sull’energia e a ridurre le tariffe di rete per alleviare la volatilità dei prezzi dell’energia elettrica. Il piano promuove un accesso più rapido alla rete per le industrie ad alta intensità energetica e sostiene un maggiore utilizzo dell’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio all’interno dei settori.
- Prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) deve garantire condizioni di parità. Dovrebbe inoltre garantire che le industrie di paesi terzi non facciano “greenwashing”, (Pratica messa in atto per dare una falsa impressione degli impatti ambientali o dei benefici di un prodotto, che può trarre in inganno i consumatori), dei loro metalli per farli apparire a basse emissioni di carbonio, pur continuando a fare affidamento su fonti energetiche ad alte emissioni. Nel secondo trimestre di quest’anno la Commissione pubblicherà una comunicazione su come affrontare il problema della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio delle merci CBAM esportate dall’UE verso paesi terzi. La Commissione effettuerà inoltre un riesame del CBAM, con una prima proposta legislativa entro la fine del 2025 che estenderà l’ambito di applicazione del CBAM a determinati prodotti a valle a base di acciaio e alluminio e includerà ulteriori misure antielusione.
- Ampliare e proteggere le capacità industriali europee: L’UE ha già adottato misure di difesa commerciale contro la concorrenza sleale nei settori dell’acciaio, dell’alluminio e delle ferroleghe. Entro la fine dell’anno, la Commissione proporrà una nuova misura a lungo termine per mantenere una protezione altamente efficace del settore siderurgico dell’Unione Europea una volta scaduta l’attuale salvaguardia a metà del 2026. Per evitare che gli esportatori eludano le misure di difesa commerciale, la Commissione valuterà anche l’introduzione della “regola della fusione e colata”per determinare l’origine dei prodotti metallici.
- Promuovere la circolarità: La Commissione intende fissare obiettivi per l’acciaio e l’alluminio riciclati in settori chiave e valutare se un maggior numero di prodotti, come i materiali da costruzione e l’elettronica, debba essere soggetto a requisiti in materia di riciclaggio o contenuto riciclato. La Commissione prenderà in considerazione misure commerciali sui rottami metallici, un fattore di produzione essenziale per l’acciaio decarbonizzato, al fine di garantire una sufficiente disponibilità di rottami.
- Ridurre i rischi legati alla decarbonizzazione: Nel periodo 2026-2027 la Commissione assegnerà 150 milioni di Euro attraverso il Fondo di ricerca carbone e acciaio, mentre altri 600 milioni di Euro attraverso Orizzonte Europa saranno destinati all’accordo industriale pulito. Nella fase di espansione, la Commissione punta a 100 miliardi di euro attraverso la Banca per la decarbonizzazione industriale, attingendo al Fondo per l’innovazione e ad altre fonti, con un’asta pilota da 1 miliardo di euro nel 2025 incentrata sulla decarbonizzazione e sull’elettrificazione dei principali processi industriali.
- Proteggere posti di lavoro industriali di qualità: L’industria siderurgica e dei metalli è vitale per l’economia dell’Unione Europea e dà lavoro direttamente e indirettamente a quasi 2,6 milioni di persone. Politiche attive del lavoro sosterranno lo sviluppo delle competenze e transizioni occupazionali eque.
E’ importante che le nazioni dell’Unione Europea trasformino il mercato in unico
Conclusioni Consiglio Europeo
“Un’Unione più competitiva sarà un’Unione più forte, maggiormente in grado di proteggere i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi sulla scena mondiale, sostenendo nel contempo la sua prosperità e il suo modello sociale”.
Caro Diario,
siamo alla soglia del cambiamento storico e culturale.
E’ in questo momento in cui l’ostruzionismo cerca di strozzare la democrazia che i paesi democratici devono unirsi per un Unione Europea unita.
L’insegnamento del “Manifesto Per un’Europa libera e unita”, scritto dai padri fondatori dell’Unione europea nel 1941, durante il periodo di confino a Ventotene, da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ucciso dai fascisti, può essere realizzato! Le idee sono insegnamento da realizzare. La storia, il ricordo del periodo fascista, è l’insegnamento per il Risorgimento Europeo.
I conflitti bellici e l’avanzare delle idee che riportano al fascismo, ripudiando i sentimenti dell’Unione Europea, ciò insegna alla Resistenza che dobbiamo lottare contro:
- il regime di Putin, che trova la massima espressione nei racconti della storia nazifascista, gli insulti della Meloni e i suoi seguaci alla Costituzione italiana e alla storia, con il suo nostalgico avanzare anti democratico, dispotico, che eleva il sentimento plutocratico. L’autarchia di Trump che controlla la vita dei cittadini con il potere capitalista, esercitando l’oligarchia dominante sugli Stati, minacciando guerra e sottomissione alla sua volontà attraverso il ricatto economico e sociale. Lottare contro la persecuzione di Israele sul popolo Palestinese, l’estremismo di Orban che in Ungheria semina terrore togliendo dignità sociale ai cittadini, restringendo la libertà individuale, strozzando i poteri del governo sotto un controllo proprio. Alle dittature in Turchia, Islam, Siria, Libano, Africa, Corea, Giappone.
E’ in questo momento che la Resistenza deve lottare contro chi si è insediato nelle istituzioni seminando odio sociale. Solo così potranno nascere gli Stati Uniti d’Europa
In risposta alla Meloni e al suo delirante ripudio al Manifesto di Ventotene
che chiaramente smaschera l’idea dell’estremismo di massa della destra di avere sotto il controllo un Italia sottoposta al potere e di un cittadino privato di ogni dignità sociale affinché sia servo dell’autarchia dominata dal capitalismo e soggiogata dallo Stato senza alcuna Costituzione che lo possa tutelare:
Abbiamo bisogno del cambiamento politico che guardi al futuro, non di vecchi recriminanti passati storici che annullano il futuro della collettività!
Manifesto di Ventotene
“Il partito rivoluzionario non può essere dilettantescamente improvvisato nel momento decisivo, ma deve sin da ora cominciare a formarsi almeno nel suo atteggiamento politico centrale, nei suoi quadri generali e nelle prime direttive d’azione. Esso non deve rappresentare una massa eterogenea di tendenze, riunite solo negativamente e transitoriamente, cioè per il loro passato antifascista e nella semplice attesa della caduta del regime totalitario, pronte a disperdersi ciascuna per la sua strada, una volta raggiunta quella meta. Il partito rivoluzionario sa invece che solo allora comincerà veramente la sua opera; e deve perciò essere costituito da uomini che si trovino d’accordo sui principali problemi del futuro”
Il governo autocratico
Di fatto, poi, i regimi totalitari hanno consolidato in complesso la posizione delle varie categorie sociali nei punti volta a volta raggiunti, ed hanno precluso col controllo poliziesco di tutta la vita dei cittadini e con la violenta eliminazione di tutti i dissenzienti, ogni possibilità legale di ulteriore correzione dello stato di cose vigenti. Si è così assicurata l’esistenza del ceto assolutamente parassitario dei proprietari terrieri assenteisti e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo nel tagliare le cedole dei loro titoli; dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori, e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori; dei plutocrati che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l’apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali. Sono conservate le colossali fortune di pochi e la miseria delle grandi masse, escluse da ogni possibilità di godere i frutti della
moderna cultura. È salvato, nelle sue linee sostanziali, un regime economico in cui le riserve materiali e le forze di lavoro, che dovrebbero essere rivolte a soddisfare i bisogni fondamentali per lo sviluppo delle energie vitali umane, vengono invece indirizzate alla soddisfazione dei desideri più futili di coloro che sono in grado di pagare i prezzi più alti; un regime economico in cui, col diritto di successione, la potenza del denaro si perpetua nello stesso ceto, trasformandosi in un privilegio senza alcuna corrispondenza al valore sociale dei servizi effettivamente prestati, e il campo delle possibilità proletarie resta così ridotto, che per vivere i lavoratori sono spesso costretti a lasciarsi sfruttare da chi offra loro una qualsiasi possibilità di impiego.Il risveglio dall’autarchia
La guerra degli alleati risveglia ogni giorno di più la volontà di liberazione, anche nei paesi che avevano soggiaciuto alla violenza ed erano stati smarriti per il colpo ricevuto; e persino risveglia tale volontà negli stessi popoli delle potenze dell’Asse, i quali si accorgono di essere trascinati in una situazione disperata, solo per soddisfare la brama di dominio dei loro padroni.
Il lento processo, grazie al quale enormi masse di uomini si lasciavano modellare passivamente dal nuovo regime, vi si adeguavano e contribuivano così a consolidarlo, è arrestato; si è invece iniziato il processo contrario. In questa immensa ondata che lentamente si solleva, si ritrovano tutte le forze progressive, le parti più illuminate delle classi lavoratrici che non si sono lasciate distogliere dal terrore e dalle lusinghe nella loro aspirazione ad una superiore forma di vita; gli elementi più consapevoli dei ceti intellettuali, offesi dalla degradazione cui è sottoposta la intelligenza; imprenditori che, sentendosi capaci di nuove iniziative, vorrebbero liberarsi dalle bardature burocratiche e dalle autarchie nazionali, che impacciano ogni loro movimento; tutti coloro infine che, per un senso innato di dignità, non sanno piegar la spina dorsale
nell’umiliazione della servitù. A tutte queste forze è oggi affidata la salvezza della nostra civiltà.I democratici
Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia, i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro di sé uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultuare di passioni. Pensano che loro dovere sia di formare quel consenso, e si presentano come predicatori esortanti, laddove occorrono capi che guidino sapendo dove arrivare. Perdono le occasioni favorevoli al consolidamento del nuovo regime, cercando di far funzionare subito organi che presuppongono una lunga preparazione, e sono adatti ai periodi di relativa
tranquillità; danno ai loro avversari armi di cui quelli poi si valgono per rovesciarli; rappresentano insomma, nelle loro mille tendenze, non già la volontà di rinnovamento, ma le confuse velleità regnanti in tutte le menti, che, paralizzandosi a vicenda, preparano il terreno propizio allo sviluppo della reazione. La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria.Stati Uniti d’Europa
Con la propaganda e con l’azione, cercando di stabilire in tutti i modi accordi e legami fra i singoli movimenti che nei vari paesi si vanno certamente formando, occorre sin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far nascere il nuovo organismo che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un saldo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali; spezzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale
dei regimi totalitari; abbia gli organi e i mezzi sufficienti per far eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli stati stessi l’autonomia che consenta una plastica articolazione e lo sviluppo di una vita politica secondo le peculiari
caratteristiche dei vari popoli. Se ci sarà nei principali paesi europei un numero sufficiente di uomini che comprenderanno ciò, la vittoria sarà in breve nelle loro mani, poiché la situazione e gli animi saranno favorevoli alla loro opera. Essi avranno di fronte partiti e tendenze già tutti squalificati dalla disastrosa esperienza dell’ultimo ventennio. Poiché sarà l’ora di opere nuove, sarà anche l’ora di uomini nuovi:
del MOVIMENTO PER L’EUROPA LIBERA ED UNITA.
Diritti dell’individuo garantiti dalla Stato –
In risposta alla Meloni al pezzo estrapolato per convenienza gerarchica. Nel testo vengono garantiti i diritti al cittadino di poter condurre la propria vita rispettando la dignità personale nell’interesse legittimo collettivo, politiche che la destra reprime e che garantisce solo alla massa che genera profitto e che riporta al potere consenso e autoritarismo!
Il principio veramente fondamentale del socialismo, e di cui quello della collettivizzazione generale non è stato che una affrettata ed erronea deduzione, è quello secondo il quale le forze economiche non debbono dominare gli uomini, ma – come avviene per le forze naturali – essere da loro sottomesse, guidate, controllate nel modo più razionale, affinché le grandi masse non ne sieno vittime. Le gigantesche forze di progresso che scaturiscono dall’interesse individuale, non vanno spente nella morta gora della pratica routinière per trovarsi poi di fronte all’insolubile problema di resuscitare lo spirito d’iniziativa con le differenziazioni nei salari, e con gli altri provvedimenti del genere; quelle forze vanno invece esaltate ed estese offrendo loro una maggiore opportunità di sviluppo e di impiego, e contemporaneamente vanno consolidati e perfezionati gli argini che le convogliano verso gli obbiettivi di maggiore vantaggio per tutta la collettività.
La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio. Questa direttiva si inserisce naturalmente nel processo di formazione di una vita economica europea liberata dagli incubi del militarismo o del burocratismo nazionale. La soluzione razionale deve prendere il posto di quella irrazionale, anche nella coscienza dei lavoratori. Volendo indicare in modo più particolareggiato il contenuto di questa direttiva, ed avvertendo che la convenienza e le modalità di ogni punto programmatico dovranno essere sempre giudicate in rapporto al presupposto ormai indispensabile dell’unità europea, mettiamo in rilievo i seguenti punti:
a) Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un’attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori; ad esempio le industrie elettriche, le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo ma che, per reggersi, hanno
bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore ecc. (l’esempio più notevole di questo tipo d’industria sono finora in Italia le siderurgiche); e le imprese che per la grandezza dei capitali investiti e il numero degli operai occupati, o per l’importanza del settore che dominano, possono ricattare gli organi dello stato, imponendo la politica per loro più vantaggiosa (Es.: industrie minerarie, grandi istituti bancari, grandi armamenti). È questo il campo in cui si dovrà procedere senz’altro a nazionalizzazioni su scala vastissima, senza alcun riguardo per i diritti acquisiti.
b) Le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione, hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati ricchezze che converrà distribuire durante una crisi rivoluzionaria in senso egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita. Pensiamo cioè ad una riforma agraria che, passando la terra a chi la coltiva, aumenti enormemente il numero dei proprietari, e ad una riforma industriale che estenda la proprietà dei lavoratori nei settori non statizzati, con le gestioni cooperative, l’azionariato operaio ecc.
c) I giovani vanno assistiti con le provvidenze necessarie per ridurre al minimo le distanze fra le posizioni di partenza nella lotta per la vita. In particolare la scuola pubblica dovrà dare le possibilità effettive di proseguire gli studi fino ai gradi superiori ai più idonei, invece che ai più ricchi; e dovrà preparare in ogni branca di studi, per l’avviamento ai diversi mestieri e alle diverse attività liberali e scientifiche, un numero di individui corrispondente alla domanda del mercato, in modo che le rimunerazioni medie risultino poi press’a poco eguali per tutte le categorie professionali, qualunque possano essere le divergenze fra le rimunerazioni nell’interno di ciascuna categoria, a seconda delle diverse capacità individuali.
d) La potenzialità quasi senza limiti della produzione in massa dei generi di prima necessità, con la tecnica moderna, permette ormai di assicurare a tutti, con un costo sociale relativamente piccolo, il vitto, l’alloggio e il vestiario, col minimo di conforto necessario per conservare il senso della dignità umana. La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori.
e) La liberazione delle classi lavoratrici può aver luogo solo realizzando le condizioni accennate nei punti precedenti: non lasciandole ricadere in balìa della politica economica dei sindacati monopolistici, che trasportano semplicemente nel campo operaio i metodi sopraffattori caratteristici anzitutto del grande capitale. I lavoratori debbono tornare ad essere liberi di scegliere i fiduciari per trattare collettivamente le condizioni cui intendono prestare la loro opera, e lo stato dovrà dare i mezzi giuridici per garantire l’osservanza dei patti conclusivi; ma tutte le tendenze monopolistiche potranno essere efficacemente combattute, una volta che sieno realizzate quelle trasformazioni sociali. Questi sono i cambiamenti necessari per creare intorno al nuovo ordine un larghissimo strato di cittadini interessati al suo mantenimento, e per dare alla vita politica una consolidata impronta di libertà, impregnata di un forte senso di solidarietà sociale. Su queste basi, le libertà politiche potranno veramente avere un contenuto concreto, e non solo formale, per tutti, in quanto la massa dei cittadini avrà una indipendenza ed una conoscenza sufficiente per esercitare un continuo ed efficace controllo sulla classe governante.Il futuro
Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge, così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie fra i giovani. Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell’attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo. La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!
Leggete il Manifesto di Ventotene come una lettura che proietta voi stessi nell’insegnamento del passato per il futuro, vivendo il presente. Vi ritroverete essere protagonisti della storia che stiamo costruendo.
Ripudiare il diritto di uguaglianza, libertà, unità, Europa, vuol dire dichiarare guerra alla democrazia, per favorire il dispotismo e la dittatura, per il solo fine autarchico.
La fine dei diritti dell’individuo nasce quando, sogghignando, si gestisce la vita del cittadino al limite della dignità sociale.
Più il mulo tira il peso, più il padrone si arricchisce.
Così è nel lavoro, così è per lo Stato, questa è la politica di destra!
L’assuefazione del pensiero non dev’essere contenuta in una bottiglia realizzata con vetro spesso che non fà vedere all’esterno, offuscando la realtà, ma dev’essere uno specchio che riflette la realtà l’uno per l’altro, facendo capire che, chi gestisce la cosa pubblica deve farlo nell’interesse del cittadino,
il mulo che spinge il peso per il padrone deve essere ben trattato nei suoi diritti sia dallo Stato che dal padrone!
A Presto