Draghi lascia l’agenda ai partiti

Draghi lascia l'agenda ai partiti

Draghi lascia l’agenda ai partiti.

Il presidente del consiglio Mario draghi in conferenza stampa il 16 Settembre 2022 in occasione dell’approvazione del Decreto Aiuti Ter al termine del consiglio dei ministri N 95

Alla domanda del giornalista: “Lei sta per fare un viaggio importante negli Stai Uniti, incontrerà molti leader e premier. Che tipo di Paese racconterà ai suoi colleghi a New York? Per fare qualche esempio: il Pnrr un giorno sì e l’altro pure viene detto che dovrà essere cambiato. Alcune forze politiche che si candidano a essere guida di questo paese che ieri hanno detto che ‘sì, Orban va bene’. Che tipo di Paese racconterà?”

“Racconto il Paese che vivo oggi. Il Paese che vivo oggi è un Paese forte, leale all’Alleanza Atlantica, leale all’Europa. È un Paese che ha saputo fare delle manovre di politica economica di sostegno alla propria economia. Che cresce più del 3,5% oggi e 6,5-6,6% l’anno scorso. È un Paese che ha ridotto l’indebitamento. Questo è il Paese che porto. Cosa vuole che faccia previsioni su quello che succede? C’è tanta gente che dice cose contrarie e c’è tanta gente che invece conferma questa visione nel panorama politico attuale. Non condivido questa visione sempre negativa.. “c’è il PNRR che non funziona!”. No, funziona e va avanti. E c’è quello che invece ama i russi alla follia e vuol togliere le sanzioni, e parla tutti i giorni di nascosto con i russi. E va bene c’è, c’è pure lui. Però c’è tanta gente che non lo fa, la maggioranza degli italiani non lo fa e non lo vuol fare. Quindi direi: quando vedo queste cose guardo alla maggioranza degli italiani, guardo al governo che ho avuto l’onore di presiedere. Guardo all’Italia che ha prodotto questo governo, ha contribuito a produrre questo governo”.

Direi che con questo discorso il Presidente del consiglio uscente abbia dato ampiamente risposta a chi esortava con enfasi “Agenda Draghi”.

Aggiunge in conferenza alla domanda: ” La riporto alle sue parole pronunciate al meeting di Rimini. Le chiedo se è sempre convinto e le chiedo anche una valutazione sulla base della sua esperienza di questi 18 mesi. Dopo il voto un eventuale Governo di unità nazionale potrebbe essere secondo lei un limite o potrebbe funzionare ancora per il nostro Paese?”

“Non ho idea di quello che il voto produrrà e quindi tutte queste valutazioni potranno essere importanti dopo. Per il futuro io sono ancora molto fiducioso, ho gran fiducia negli italiani. I governi devono essenzialmente creare le condizioni, come ho detto, perché gli italiani producano, crescano, stiano meglio e i più deboli siano aiutati e le diseguaglianze vengano affrontate. Bisogna far molto di più sulle diseguaglianze, c’è ancora tantissimo da fare. Questo governo ha avviato una serie di cose, ha affrontato delle emergenze, ma c’è molto lavoro da fare per il prossimo governo. Nei rapporti internazionali occorre essere trasparenti. Se non si è trasparenti gli altri Paesi non sanno come il nostro paese la pensa. Quindi anche qui ci vuol coerenza nelle posizioni internazionali, non capovolgimenti, giravolte, per cui soprattutto per esempio per quanto riguarda l’Ucraina e l’invio delle armi: non si può votare l’invio e poi dire ‘no, non sono d’accordo’ oppure, ancora peggio, inorgoglirsi dell’avanzata ucraina dopo che si è votato contro l’invio delle armi. Si voleva forse che l’Ucraina si difendesse a mani nude? Forse era quello che si voleva. Ecco, questo fa il prestigio internazionale di un Paese: la coerenza, la trasparenza. La mancanza di trasparenza, la mancanza di coerenza indeboliscono il Paese e quando si indebolisce di fuori si indebolisce anche di dentro. Ed è lì che viene a mancare quell’atmosfera, quell’ambiente che serve per la crescita”.

La coerenza che l’Italia non ha avuto da più di trent’anni sono il frutto dell’instabilità sociale. La povertà aumenta in funzione del rallentamento della crescita economica del paese. In pandemia abbiamo pagato le conseguenze, la guerra ha aumentato il divario tra classe capitalista e classe operaia. La ricerca di soldi in funzione di scostamenti di bilancio sono la soluzione semplice per aumentare la povertà.

Alla domanda sullo scostamento Draghi dice: “Buonasera. Presidente, lei ha detto ‘30 miliardi con due decreti senza fare scostamento di bilancio’. Siamo alla vigilia della Nadef, poi c’è un passaggio politico, ci sarà poi la legge di bilancio. Cosa potrà fare questo Paese tra un mese, potrà mai discostarsi da una strada che coniuga crescita ed equilibrio dei conti, considerando anche l’interlocuzione con Bruxelles? Grazie.

“Sì, non c’è motivo che si discosti se la crescita è accompagnata dall’equilibrio dei conti. L’importante è che ci sia crescita, sostegno alle famiglie e alle imprese e l’equilibrio dei conti. Il Ministro Franco ha appena detto che le risorse per continuare ad operare in questa direzione a dicembre ci sono, ma quel che conta è che il PNRR, gli investimenti associati al PNRR e anche indipendenti continuino e le riforme, parte del PNRR ma anche non parte il PNRR, continuino. Quello è l’ambiente favorevole alla crescita, questa è la cosa più importante. La crescita non viene prodotta dai governi, i governi possono al massimo mantenere, creare un ambiente favorevole alla crescita. La crescita viene prodotta dagli italiani”.

Il Decreto spiegato dal Presidente Draghi:

“Prima di tutto l’aiuto alle famiglie e alle imprese per affrontare la crisi energetica, gli aumenti delle bollette e più in generale il carovita.

Poi per accelerare l’attuazione del PNRR, in particolare la parte relativa alle riforme strutturali con l’obiettivo – di cui ho già accennato in passato – di raggiungere il numero maggiore di obiettivi prima del prossimo governo.

Infine, il terzo punto: dare attuazione alla diversificazione energetica dal gas russo e verso le rinnovabili che, tra l’altro come purtroppo ci dicono gli avvenimenti di ieri e di oggi, è essenziale per sopravvivere. Lo vediamo concretamente in quello che è successo oggi come la lotta al cambiamento climatico sia fondamentale.


Oggi l’importo complessivo del Decreto è di 14 miliardi di euro a sostegno di famiglie, imprese ed Enti locali che si aggiungono ai quasi 50 miliardi stanziati nei mesi scorsi.

Nel complesso, quindi, parliamo di una cifra superiore ai 60 miliardi di euro ed è significativa questa cifra, pari al 3,5% del PIL, che ci pone tra i Paesi che hanno speso di più in Europa. Ci sono grafici, descrizioni, tabelle ormai che ci mostrano come l’Italia sia ai primissimi posti per quanto riguarda la spesa e il sostegno all’economia. Per inciso: 14 miliardi vale il decreto di oggi mentre 17 miliardi il decreto Aiuti bis che è in corso di approvazione, arriviamo quindi a un importo di circa 31 miliardi che sembra rispondere perfettamente alla

richiesta di scostamento di 30 miliardi.

Continua Draghi – Per cui ci siamo, a meno che non si pensa a uno scostamento di 30 miliardi ogni mese. A questo abbiamo risposto.  Non prevediamo quindi nessuno scostamento di bilancio, ma impieghiamo le maggiori entrate fiscali di questi mesi che sono prodotte dall’aumento del tasso di inflazione e dalla crescita. L’andamento dell’economia italiana migliore delle aspettative, nonostante la crisi, ci consente di aiutare famiglia e imprese senza mettere a rischio i conti pubblici e causare tensioni sui mercati. Quindi da tutti i punti di vista è stata una manovra di politica economica che ha messo le basi per una crescita di più del 6% lo scorso anno e di più del 3% quest’anno. E’ stata una gestione esemplare.

(Risposta chiara allo scostamento di bilancio chiesto da forze politiche che trovano strada semplice in un economia difficile, tradotto la mancata competenza di valutazione produce indebitamento pubblico. Chi non si intende di economia porta il fallimento del paese. Non si risolve dando fiumi di soldi alle aziende perchè non investono)


Tra le varie misure vorrei indicarne una particolarmente interessante per quanto riguarda il pagamento delle bollette:

il sistema bancario, nella personalità di alcune grandi banche, ha mostrato disponibilità a lavorare insieme per il Paese. E lavorare insieme per il Paese in questo caso significa essere pronti a dare prestiti al tasso dei BTP, quindi senza commissioni aggiuntive agli imprenditori, alle imprese che si presenteranno per il pagamento della bolletta, e anche in generale per il capitale circolante. Questi prestiti saranno garantiti dallo Stato ma, a differenza di altre garanzie date in passato, la garanzia sarà gratuita. Quindi: visto che è un po’ difficile rateizzare le bollette questa è l’equivalente in tutto e per tutto a una rateizzazione, perché viene fatto o viene chiesto un prestito e questo prestito poi si restituirà nell’arco di 5-6-7-8 anni, ovvero l’equivalente di una rateizzazione.


Il decreto prevede anche una estensione dei crediti di imposta per le imprese, un rafforzamento del loro ammontare e un ampliamento della platea dei beneficiari.

Questa volta si rivolge anche alle piccole imprese con livelli di consumo elettrico che non avevamo considerato nelle volte precedenti. Quindi, con oggi, centinaia di migliaia di piccole imprese avranno per la prima volta accesso a questo credito di impresa.
Poi, e questa è la parte più sorprendente perché completamente inattesa, prevediamo un

contributo sociale di 150 euro per quei 22 milioni di Italiani circa che guadagnano meno di 20 mila euro, inclusi anche gli incapienti.

Destiniamo 400 milioni alle regioni per aiutare ospedali e RSA e ulteriori fondi agli altri enti locali, al terzo settore e anche le Federazioni sportive. Inoltre è previsto un intervento specifico da 190 milioni per il settore agricolo. Ripeto ancora una volta, sostegno all’occupazione, alla crescita, alle imprese, alle famiglie, ai più deboli: questa è l’agenda sociale del governo che ho avuto l’onore di presiedere.

Vorrei anche notare un’altra cosa: il ministro Bianchi oggi ha illustrato il

completamento della riforma degli istituti tecnici che è parte del PNRR.

Ma ha anche detto un’altra cosa, che le scuole si sono aperte ancora una volta – dopo l’anno scorso – in buon ordine; tutti gli insegnanti erano lì nonostante le previsioni ancora una volta di disagi, di disastri, di mancanza di centinaia, di migliaia di insegnanti. Tutte queste previsioni si sono rivelate sbagliate; ma queste cose succedono semplicemente perché il ministro Bianchi e il ministero della Pubblica Istruzione hanno iniziato a lavorare sul fatto di riuscire a garantire l’apertura delle scuole regolarmente a gennaio, a inizio dell’anno, non due mesi prima. Questa è la grande differenza del ministro Bianchi.


Voglio inoltre sottolineare l’approvazione di due decreti legislativi per promuovere la concorrenza:

uno è la Riforma dei servizi pubblici locali che introduce maggiore trasparenza, riduce i conflitti di interesse, precisa le condizioni per il ricorso all’affidamento in house e incoraggia le aggregazioni. Naturalmente vogliamo tutti che i cittadini abbiano servizi pubblici migliori e questo è auspicabilmente un provvedimento importante in quella direzione.
Infine abbiamo avuto la mappatura delle concessioni che permetterà di verificare con maggiore semplicità le condizioni, le modalità con cui sono affidati i beni demaniali.

Anche sul fronte della diversificazione energetica

abbiamo un provvedimento ora che stabilisce tempi rapidi e certi per l’installazione del rigassificatore di Piombino che è essenziale, è una questione di sicurezza nazionale. E’ essenziale per garantire le forniture di gas. Sblocchiamo ulteriori 6 parchi eolici che si aggiungono ai 45 già autorizzati, ne restano pendenti altri 14 che contiamo di autorizzare nelle settimane che ci restano prima della fine del governo”.

Nei giorni seguenti a questo decreto le idee confuse di alcune forze politiche a proposito del credito d’imposta:“Servono soldi veri alle imprese e alle famiglie adesso. Non bastano crediti d’imposta e rinvii, perché il credito d’imposta se uno perde non lo usa”, Lega. Da qui si evince la scarsa conoscenza in materia, il consiglio riduttivo, non prevedere la crescita del paese, non garantire investimenti futuri stabilità economica e vivere di consensi.

Siamo ad un passo dalla scelta e noi cittadini dobbiamo comprendere quale forze politiche seguiranno questa agenda coerente con il sistema e quali forze politiche cercano scorciatoie nei consensi popolari per ottenere un Italia non riconosciuta dall’unione europea come paese volto al futuro ma regredito in valori democratici, di uguaglianza sociale e unità nazionale.

Seguite quanto detto da Draghi, non per ideologia ma per il bene dell’Italia e votate chi vuole attuare una manovra che riporta alla crescita del paese.

Le forze politiche di centro sinistra devono dialogare in parlamento unendosi per fermare l’azione regressiva della politica di destra.

In conferenza stampa all’argomento rivedere il PNRR idea proposta dalla destra:
“Lei oggi ha detto più volte che bisogna andare avanti con il PNRR e con le riforme, ma oggi in Consiglio dei Ministri la Lega non ha votato quella sulla concorrenza e sui balneari.  Al di là di un commento sul fatto specifico, questo la preoccupa? A questo proposito, dicono anche che potrebbe essere necessario e utile rivedere il PNRR, secondo lei questo è possibile o sarebbe dannoso?”


“Sulla specifica questione se rivedere o meno il PNRR, la lascio un po’ da parte perché è un tema di campagna elettorale. Cerchiamo di capire che cosa vuol dire rivedere il PNRR, perché quello che si può rivedere è ciò che non è stato bandito e siccome è stato quasi tutto bandito, c’è poco da rivedere. Se ci sono dei progetti che possono essere sostituiti con altri progetti, io penso che una revisione del genere non dovrebbe incontrare grossi ostacoli ma suggerirei di affrontare la questione non come un fatto ideologico, ma più come fatto abbastanza pragmatico. Naturalmente da quando ci è stato dato il PNRR è cambiato tutto. Ciononostante, anche grazie agli stanziamenti che abbiamo fatto per adeguare i costi dei lavori pubblici, delle materie prime, molti di questi progetti sono andati avanti. Detto questo, si vede.

Non riesco a capire come possa diventare una questione così dirimente per il futuro politico del Paese.

Chiaro che quello che è stato fatto, è stato fatto e non c’è granché possibilità da fare. Bisogna guardare quello che c’è. Sulle questioni delle riforme, la legge delega è stata votata e questo è un decreto legislativo che attua questa. La dichiarazione del rappresentante della Lega parlava di disaccordo non nel merito ma nel metodo, in altre parole quello che si sarebbe desiderato è approvare questo decreto legislativo dopo le elezioni. Ecco, questo è un metodo che questo governo non capisce molto. Qui ci sono dei bisogni dei cittadini, bisogna trovare una risposta, bisogna fare le cose quando sono pronte. Non è che cominciamo a slittare o a non far niente. Con questo ragionamento avremmo combinato molto, molto meno. Se avessi dovuto aspettare i risultati delle elezioni e poi quelle prima, le elezioni regionali o comunali, ogni sussurro di qualunque connotato politico, alla fine succede che non si riesce più a combinare niente. E questo sarebbe stato invece, a mio avviso, il fallimento di questo governo che è stato creato per fare e non per stare. E questo l’ho detto anche nel discorso introduttivo, nel primo discorso che feci in Parlamento”

Arrivederci Presidente Draghi è stato insegnamento, ma è il momento che l’Italia si svegli dal quel sonno che per 40 anni ci hanno imposto! Ora ci sarà il vero bilancio ma non di numeri ma tra la competenza e l’incompetenza, tra la democrazia e il pensiero estremista, è tutto in una matita che traccia un simbolo, che porta al destino di un paese!

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