23 – 24 Marzo 2021 Stati Generali: La questione meridionale

23 – 24 Marzo 2021 Stati Generali: La questione meridionale. Si prosegue tra tavoli tecnici e azioni rimediate che rattoppano la pezza a parlare di Meridione che in alcuni casi si confonde con meridionalismo.

Partecipi agli Stati Generali organizzati dalla Ministra per il Sud e la coesione territoriale del governo Draghi, Mara Carfagna,

si è dato voce ai tecnici, studiosi della ragioneria di Stato, statistiche.

Programma 23 Marzo 2021

La prima sessione è stata dedicata agli interventi di rappresentanti istituzionali:

Fabrizio BALASSONE (capo del servizio Struttura economica di Banca d’Italia), Gian Carlo BLANGIARDO (presidente dell’Istat), Biagio MAZZOTTA (Ragioneria Generale dello Stato), Massimo SABATINI (direttore generale dell’Agenzia per la Coesione), Antonio PARENTI (capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea), Nicola DE MICHELIS (Direzione generale Politica regionale della Commissione europea).

A concludere i lavori della mattina, i presidenti delle Regioni Sicilia (Sebastiano MUSUMECI), Sardegna (Christian SOLINAS), Molise (Donato TOMA), Campania (Vincenzo DE LUCA), Puglia (Michele EMILIANO), Basilicata (Vito BARDI), Abruzzo (Marco MARSILIO), Calabria (Antonino SPIRLÌ).

SECONDA SESSIONE (martedì 23 marzo, ore 15)

La seconda sessione è stata dedicata ai rappresentanti dei Comuni. In apertura, il contributo del presidente dell’ANCI e Sindaco della Città metropolitana di Bari, Antonio DECARO, e del presidente dell’UPI, Michele DE PASCALE. Sono intervenuti quindi i Sindaci delle Città metropolitane di Cagliari (Paolo TRUZZU), Catania (Salvatore POGLIESE), Messina (Cateno DE LUCA), Reggio Calabria (Giuseppe FALCOMATÀ), Napoli (Luigi DE MAGISTRIS), Palermo (Leoluca ORLANDO) e dei Comuni di Roseto Capo Spulico, CS (Rosanna MAZZIA), Salvitelle, SA (Maria Antonietta SCELZA) e Sulmona, AQ (Annamaria CASINI).

Alfonso CELOTTO, ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre, ha tenuto una relazione sui diritti delle generazioni future.

Il sud descritto dai presidenti di regione

Bisogna decidere quello che deve essere il mezzogiorno d’Italia significa decidere quello che deve essere l?italia nel futuro. Significa decidere se essere uno dei grandi paesi dell’occidente o deve continuare a scivolare come sta accadendo da più di 20 anni nella fascia media nel mondo.

Siamo passati dal 4,5% del mercato mondiale a meno del 1,8%, siamo stati scavalcati come PIL dall’India, Canada Brasile. non ha ancora recuperato i posti di lavoro perduti della crisi affrontata nel 2009/2010. Il sud rischia il problema demografico

Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca

L’8 Febbraio 2021, la banca d’Italia in audizione nell’ambito della proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilenza

Testimonianza di Fabrizio Balassone
Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, mette un accenno chiaro agli obiettivi che l’Italia deve percorrere descrivendo la situazione del mezzogiorno così:

La crisi innescata dalla pandemia ha riportato il Mezzogiorno al centro dell’agenda di politica economica; nelle ultime raccomandazioni all’Italia la Commissione europea ha sottolineato il rischio che le conseguenze della pandemia possano accentuare le già ampie disparità territoriali all’interno del Paese. La spesa in conto capitale pro capite assorbita dalle regioni meridionali nell’ultimo decennio è stata sistematicamente inferiore a quella destinata alle altre aree.

Tra gli interventi illustrati nel documento sono numerosi quelli che hanno una connotazione territoriale, anche se non è ancora quantificabile l’ammontare complessivo di risorse che saranno destinate alle regioni meridionali.

È ragionevole attendersi che gli effetti di un’azione di rinnovamento dell’amministrazione pubblica, delle infrastrutture (tradizionali e innovative), della scuola siano particolarmente rilevanti al Sud. Così come nel resto del Paese, sarà anche necessario tutelare le imprese attraverso iniziative di contrasto dell’illegalità, che riduce l’efficacia delle politiche pubbliche.

Un ampio insieme di misure contenute nella missione 4 è volto all’aumento dei livelli di istruzione, tra i più bassi in Europa, e al miglioramento qualitativo degli apprendimenti, con attenzione alla riduzione dei divari presenti tra Centro Nord e Mezzogiorno.

Anche in questo caso si intende affrontare ritardi cronici del Paese, che incidono sia sulla produttività del sistema economico, sia sulle opportunità offerte ai giovani, soprattutto quelli provenienti dalle famiglie più svantaggiate.
La missione 5 definisce una serie di misure per favorire l’occupazione nel Mezzogiorno e quella dei giovani e delle donne, nonché una revisione delle politiche attive del lavoro.
La decontribuzione nel Mezzogiorno (finanziata attraverso React-EU) opera un riallineamento, seppure temporaneo, del costo del lavoro alle condizioni locali della domanda dello stesso, frenata dalle più basse efficienza e redditività medie del sistema produttivo meridionale.

L’intervento può contrastare nel breve periodo gli effetti della crisi pandemica, incentivando il mantenimento dei posti di lavoro esistenti e l’emersione del lavoro irregolare; può poi favorire, in un contesto macroeconomico più propizio, la creazione di nuova occupazione. Affinché questi effetti virtuosi si traducano in un miglioramento duraturo dell’economia del Mezzogiorno, resta essenziale intervenire sul contesto in cui operano le imprese, agendo sulle infrastrutture, sull’efficienza amministrativa, sugli investimenti in capitale umano. L’efficacia degli interventi previsti per le politiche attive del lavoro dipenderà dalla possibilità di superare gli ostacoli posti dalla suddivisione delle competenze tra Stato e Regioni.

Altre misure della missione 5 sono dedicate al potenziamento della rete di servizi sociali, a interventi di riqualificazione urbana e alle politiche di sostegno alle aree interne.

Audizione nell’ambito dell’esame della proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18)
Testimonianza di Fabrizio Balassone
Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia
Commissioni Riunite V (Bilancio, Tesoro e Programmazione)
e VI (Finanze) della Camera dei Deputati
e 5a (Bilancio), 6a (Finanze e tesoro) e 14a (Politiche dell’Unione europea) del Senato della Repubblica
Camera dei Deputati
Roma, 8 febbraio 2021
L’intervento del Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia Fabrizio Balassone durante gli Stati generali 23 Marzo 2021

Il punto sulla arretratezza del mezzogiorno e gli elementi che portano ad un cambiamento:

Minore disallineamento tra costo del lavoro e produttività. Non al taglio dei salari già bassi

Ritorno degli investimenti sopratutto quelli privati su livelli ricorrenti con la crescita dell’economia che deve fondarsi al contrasto della criminalità che impedisce di intraprendere

L’ammodernamento delle competenze e degli strumenti a disposizione delle amministrazioni pubbliche

Il comune denominatore deve essere la riqualificazione della scuola, elemento chiave per la formazione delle competenze e del capitale sociale della collettività meridionale.

Legalità

La qualità delle azioni delle amministrazioni pubbliche al sud è inferiore a quella del centro nord, il gap è nella giustizia i tempi dei procedimenti civili sono più lunghi con effetti sul sistema produttivo e sulla disponibilità del credito per le imprese, le conseguenze per gli investimenti sono negative

Sanità

Le regioni meridionali sono caratterizzate da flussi netti in uscita di pazienti. nei test Pisa del ocse le competenze degli studenti del centro nord risultano superiori o in linea a quelle medie degli altri paese, le competenze acquisite in quelle del sud sono ampiamente inferiori.

I test invalsi documentano agni anno l’ampiezza del divario territoriale che cresce con il livello degli studi ed è già elevato nella scuola secondaria di primo grado

Le infrastrutture

Qualità del servizio fornito. I trasporti bisogna tenere conto della velocità dei collegamenti nelle aree svantaggiate, le isole e in Calabria e nelle aeree appenniniche interne che sono più distanti delle direttrici autostradali e dagli snodi delle linee ferroviarie ad alta velocità.

Risorse al sud Programmazione

previsti 120 miliardi tra risorse UE, Fondi strutturali, Cofinanziamento nazionale, Risorse delle regioni

Discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi inizio lavori

Buongiorno a tutti.

Voglio ringraziare la Ministra Mara Carfagna per avere organizzato questo confronto sul Sud e sul programma Next Generation EU.

Ringrazio anche tutte le realtà istituzionali, sociali e universitarie che sono qui per offrire il loro prezioso contributo.

Il governo intende condurre una campagna di ascolto diffusa sul tema, come ha già annunciato la Ministra in Parlamento.

La giornata di oggi va dunque intesa soltanto come un primo passo.

Il programma “Next Generation EU” prevede per l’Italia 191,5 miliardi da spendere entro il 2026. 

Rafforzare la coesione territoriale in Europa e favorire la transizione digitale ed ecologica sono alcuni tra i suoi obiettivi. 

Ciò significa far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-Nord che è fermo da decenni.

Anzi, dagli inizi degli anni ’70 a oggi è grandemente peggiorato. Il prodotto per persona nel Sud è passato dal 65% del Centro Nord al 55%. Negli ultimi anni, c’è stato un forte calo negli investimenti pubblici, che ha colpito il Sud ovviamente insieme al resto del Paese. Tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è infatti più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi.

Per la prima volta da tempo, abbiamo l’occasione di aumentare la spesa in infrastrutture fisiche e digitali, nelle fonti di energia sostenibili.

Le risorse di Next Generation EU si aggiungono ad ulteriori programmi europei e ai fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi per il Sud nei prossimi anni.

Ma abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno. 

Ci sono due problemi: uno nell’utilizzo dei fondi europei, l’altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche.

A fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi, il 6,7%.

Nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche.  In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà. Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi. 

Divenire capaci di spendere questi fondi, e di farlo bene, è obiettivo primario di questo governo.

Vogliamo fermare l’allargamento del divario e dirigere questi fondi in particolare verso le donne e i giovani.

Il nostro, il vostro successo in questo compito può essere anche un passo verso il recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia. 

In questa sfida un ruolo cruciale è anche vostro, classi dirigenti. Ma un vero rilancio richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini. 

Vi ringrazio per il vostro contributo e vi auguro buon lavoro. Grazie

La sessione conclusiva sarà trasmessa a partire dalle ore 9 di mercoledì 24 marzo.

I lavori inizieranno con le relazioni dei coordinatori degli otto tavoli tematici: ciascuno di loro relazionerà brevemente a proposito di quanto discusso nella giornata precedente sui rispettivi argomenti.

In collegamento dal Teatro Massimo di Palermo, prenderà la parola il maestro Riccardo MUTI.

Sono quindi previsti gli interventi di Fabrizio BARCA, Claudio DE VINCENTI, Giuseppe PROVENZANO, Catia BASTIOLI e Lucrezia REICHLIN.

Dopo il contributo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bruno TABACCI, il ministro Mara CARFAGNA traccerà un bilancio dell’evento e aggiungerà le proprie considerazioni.

Concluderà i lavori il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele FRANCO.

I tavoli hanno ampiamente posto l’attenzione alle tematiche che contraddistinguono le precarietà che impongono il mezzogiorno a non avere la stessa crescita rispetto il resto d’Italia e hanno evidenziato come gli investimenti dovranno avere una sedimentazione settoriale, tale per cui, nessuno spreco possa influire sulla crescita economica- sociale- strutturale.

Gli aspetti degli interventi sono mirati ad affinare i singoli macro settori dell’esteso sud italia.

Intervento Pina Castiello

Per il recupero del meridione gli interventi su cui puntare:

Gap Infrastrutture:

reti autostradali, autostrada, rete ferroviaria con i sistemi dell’alta velocità, la commessione del sistema portuale con la logistica e l’implementazione del trasporto delle merci sul ferro.

La rete informatica

con l’estensione della banda larga, le implementazioni delle infrastrutture sociali: asili nido, case per anziani, l’efficenza della pubblica amministrazione.

Sviluppo occupazionale

si punta sulla occupazione femminile in modo da ridurre il divario di genere

Transazione ecologica verde e digitale

che si sposa con la potenzialità del meridione, potenzialità naturale per l’uso delle energie pulite alternative come quella fotovoltaica o quella geotermica da cui si potrebbero rendere autonome alcune isole minori

Risorse disponibili con l’uso dei Bonus

Riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare per la ripresa economica, risulta indispensabile uno strumento legislativo che possa prevedere procedure snelle basate su autocertificazione mutando il modello industriale 4,0

Affrontare la messa in sicurezza ed efficientamento energetico del patrimonio mobiliare dei comuni: le scuole,gli edifici pubblici, le strutture sportive, dando la possibilità ai comuni di utulizzare il Bonus sismico e energetico al 110%

Modifica dei condici degli appalti – Apertura dei cantieri – Buracrazia a km 0

La condivisione e al consapevolezza che se non cresce il sud non cresce il nord e non cresce l’Italia intera


Mi auguro che questo fiume di parole si tramutino in fatti per la terra del sud che da anni soffre la violenza di essere deturpata della sua bellezza storico economica socio culturale.

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