Calabria lenta nelle vaccinazioni gli anziani rischiano lo Stato assente

Calabria lenta nelle vaccinazioni gli anziani rischiano lo Stato assente

«Buongiorno dottore mi sapete dire cosa devo fare per vaccinarmi?»

«Signora dovete avere pazienza, stiamo aspettando nuove disposizioni, ma vi chiamerò io appena avrò indicazioni».

«Dottore lo sapete io soffro di determinate patologie quindi sono nelle mani vostre. In questo periodo non si capisce niente, non sappiamo dove e chi chiamare, chi dice una cosa chi ne dice un’altra almeno voi non ci abbandonate!»

Questa è la storia dei cittadini ottantenni in Calabria che aspettano di capire come, dove e quando il loro diritto alla salute potrà essere tutelato.

Intanto ogni giorno attraverso la televisione osservano i passi avanti compiuti dalle altre regioni del nord per il piano vaccinale, ma quelle sono le regioni in cui lo Stato ha interesse in termini di prodotto interno e in cui l’autonomia è un sacro santo diritto.

Osservano e ascoltano: effettuare prenotazione presso un numero dedicato o procedura online, recarsi presso i punti vaccinazione, raccomandazioni sanitarie per prepararsi alla vaccinazione.

E tutto questo li fà riflettere e in seno a se stessi provoca un sentimento di schifo verso chi toglie il diritto a tutelare la vita, e l’espressione è sempre uguale:

«Irriconoscienti se non fosse per noi a quest’ora neanche l’italia si sarebbe fatta!»

E qui io li osservo e guardo in loro l’ennesimo coraggio che traspare dal passato, la forza di volontà di dover lottare contro un sistema imposto che continua a trattare il popolo anziano calabrese come cani abbandonati, tutto per un conflitto di interessi tra governo centrale e amministrazioni locali che hanno mangiato la sanità a colpi di ruberia.

Ma in tutto questo il popolo onesto calabrese è giudicato da gente che li ha chiamati ladri, ma che l’unico furto subito è il diritto alla salute.

I nonni della calabria chiedono di essere protetti da quel virus che ha decimato centinaia di loro. Quei nonni che fino a poco tempo fà lo stato utilizzava come stampella per riempirsi la bocca di quanto sono essenziali per la società.

Poi un colpo al cerchio e uno alla botte molti di loro sono i primi a cui è stata decurtata con i tagli la pensione. Tipo i ladri che ti entrano in casa e poi scappano!

Ma tanto sono anziani!

Quindi il nostro governo non calcola la necessità di famiglie che hanno, come punto di riferimento per sviare alla caritas, l’aiuto dei genitori, alias nonni.

Non prende in considerazione che questa fragile categoria è completamente dimenticata in ambito di cure mediche per altre patologie. Lo stato prende in seria considerazione il fattore che su queste persone il sistema sanitario nazionale in qualche modo può speculare interagendo con il privato.

Quindi va dritto all’obiettivo la precarietà delle vaccianzioni in calabria non è un affare urgente può anche essere gestito dalla confusione.

E inizia il solito balletto: la regione dà la colpa al commissariamento della sanità in Calabria; il ministro della salute sollecita il commissario; il commissario non può gestirsi perchè il ministero non lo garantisce secondo il Decreto Legge Calabria Rilancio del Servizio Sanitario.

E nel frattempo il rindondio delle dichiarazioni inutili

Non ho mai pensato di gettare la spugna e di lasciare il mio incarico: resterò al mio posto fino alla fine del mandato governativo. Di criticità ce ne sono in abbondanza, ma le ho accettate nel momento stesso in cui ho deciso di assumere questo incarico. Sono certo che, dopo questo difficile periodo di transizione, contrassegnato, peraltro, dall’assenza di un Governo nazionale nel pieno delle sue funzioni, la struttura commissariale che ho l’onore di guidare verrà dotata di tutte le risorse necessarie per il suo funzionamento. Servirà del tempo, ma ritengo che – anche grazie alla collaborazione del presidente Spirlì e della Giunta regionale  – riusciremo a migliorare tutto il sistema.

Commissario alla Sanità calabria Longo

La regione Calabria è accanto al commissario e dichiara:

La Giunta regionale, su mia proposta, ha messo a disposizione di Longo un intero dipartimento, laddove il Decreto Calabria imponeva la messa in disponibilità di soli 25 dipendenti.

il Presidente della Regione Calabria facente funzioni Spirlì

E così i nonni calabresi aspettano. Chi è più fortunato riesce ad andare avanti rimanendo a casa in compagnia con chi ha scelto da una vita, aggrappandosi al telefono come àncora.

Chi meno fortunato aspetta che tutto possa passare in fretta e ritornare ad andare a prendere a scuola i nipotini e uscire per fare una passeggiata. Perchè i nonni sono quelli che quando i genitori sono stanchi hanno il doppio delle forze.

E poi ci sono quei nonni che non hanno fortuna e non aspettano perchè covid-19 li ha fermati.

Ora li accompagna una nuova paura le varianti del virus che in Calabria non possiamo neppure esaminare perchè non si hanno i macchinari idonei:

«Ma come facciamo se non ci vaccinano?»

Ora se avessi la possibilità di poter chiedere a uno di quelli che sbraitavano l’uno contro gli altri per una sola poltrona avrei voluto dire:

Chi del governo è in grado di rispondere alla richiesta di aiuto degli anziani calabresi?

Ma questa gente ha capito come non perdere la poltrona, tenere lontano il popolo e non renderlo partecipe, forviarlo negli intenti facendo credere la mera illusione.

Le tante parole che dicono servono solo a stordirci e allontanare la concentrazione sulle azioni che in quel momento andranno a condizionare la nostra vita.

Lo scempio lo abbiamo avuto in questo periodo, continuiamo a pagare e lo dico sopratutto al popolo calabrese, gente che di noi sta riempiendo cimiteri mentre si dividono la torta.

Quello che non comprendo è, perchè il presidente della Repubblica ha partecipato ad abbandonare la popolazione che ha fatto la storia dell’unità d’Italia isolando la Calabria.

Questo governo porta al vertice un compromesso di ministri che hanno denigrato la storia della terra calabrese.

Perchè tanta indifferenza e odio nei confronti della gente calabrese? Perchè andare nelle trasmissioni di intrattenimento e continuare a incitare odio additandoci come inferiori?

Intanto la senatrice Liliana Segre che ha insegnato tanto a questa Italia sulle differenze ha detto mentre si vaccinava:

Non ho paura del vaccino, ho paura della malattia. Da nonna 90enne invito a non avere paura e a fare il vaccino.

«Papà hai visto cosa ha detto la senatrice?»

«Si ma qui è diverso qui non hai paura della malattia hai paura dell’abbandono alla malattia, di non sapere dove andare a curarti, di avere paura non del virus ma di quello che lo Stato ci nega come diritto pur pagando le tasse. Non ho paura di vaccinarmi, ho paura di sentirmi male dopo il vaccino perchè non mi hanno fatto i giusti accertamenti. E più che paura di morire di covid-19 ho paura che ci fanno morire per cacciarci dai piedi e non dargli più fastidio».

«Hai ragione papà, ma stai tranquillo che faremo tutti il vaccino, ti accompagno io e poi ti abbraccio forte».

Ecco i nonni di Calabria non chiedono ma aspettano con dignità e virtù un diritto che manca dall’inefficienza dello Stato.

Più passano i giorni più gli anziani del sud rischiano di morire per la mancanza della Sanità calabrese commissariata dal Ministero della Salute.

Si cerca di offuscare la precarietà della situazione, oggi chi ha mangiato la sanità in calabria siede alle poltrone del nuovo governo Draghi.

Questo governo ha promesso una vaccinazione massificata, che è già partita in Italia ma quale Italia, quella del nord, del centro o quella del sud? Quale Italia quella che stacca la calabria?

E non diteci che non facciamo nulla per cambiare le cose perchè io sto scrivendo e già comunico e sò che il messaggio arriva. Tanti come me sono disposti ad entrare in campo e aiutare la comunità senza volere nulla, se solo venissimo ascoltati e non coperti dalle solite istituzioni che mangiano. Basta contattarci.

Sono 130mila (circa) e ad oggi – spiega Filippo Larussa, segretario regionale di Anaao Assomed – nessuno di loro è stato vaccinato e la Calabria è l’unica regione in cui non è prevista la prenotazione e l’inizio concreto della somministrazione. Domani partiranno in Lombardia per un terzo, in Lazio già 50mila gli anziani vaccinati e in Campania sono 40mila. Ci sono regioni meridionali molto più avanti, noi siamo all’anno zero. Si parla di effettuare 18 vaccinazioni ad ora negli studi dei medici di famiglia, ovvero circa tre minuti per ogni over 80 per effettuare tutta la procedura. Penso che onestamente ed oggettivamente sia impossibile.

Eppure la campagna vaccinale per i più anziani, numeri alla mano, è fondamentale perché i dati sono consolidati sono chiari: i casi di mortalità sono molto più elevati fra i soggetti anziani e proprio nella fascia over 80. Sono comunque due target diversi, ma è chiaro che vaccinare i più anziani fa diminuire il tasso di crescita dei contagi nella famiglie. Anche sulle varianti la Calabria è ultima perché non ha aderito al primo step sulla sorveglianza. La cosa più grave non è però la scarsa professionalità del personale che anzi è tra i più preparati del nostro Paese.

Il problema è non aver acquistato per tempo i kit di reagenti per consentire di conoscere in tempo reale la circolazione delle varianti a cui è legata l’attivazione di eventuali allarmi. Le difficoltà in Calabria sono almeno cento volte amplificate. Sono sconcertato di come il governo nazionale abbia abbandonato la nostra regione e di come Longo si ritrovi a compiere azioni incompatibili con il suo mandato. In queste situazioni di fatto si combatte a mani nude. Che senso ha dunque commissariare la Calabria se poi non vengono messe a disposizione le risorse e il personale necessario?

Filippo Larussa, segretario regionale di Anaao Assomed

È notizia di oggi che la città metropolitana apre la campagna vaccinale presso Palazzo Campanella sede del Consiglio regionale della Calabria, la campagna vaccinale è rivolta ai cittadini della città metropolitana di Reggio Calabria e a tutti i calabresi, a seguito della Convenzione sottoscritta dal Consiglio regionale e dall’Asp reggina. La Sala “Federica Monteleone” di Palazzo Campanella, in via Cardinale Portanova, ospiterà l’equipe di medici e sanitari che avranno il compito di somministrare i vaccini anti-Covid, secondo le priorità indicate dal Piano vaccinale nazionale. Fonte ANSA

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