Calabria le misure per gli esercizi commerciali alzano i contagi

Calabria le misure per gli esercizi commerciali alzano i contagi

Il caso di un nuovo contagio a Vibo Valentia è il riscontro oggettivo che i protocolli non vengono rispettati. L’apertura tra regioni è al momento fuori controllo sanitario.

Il soggetto, lavoratore presso più punti vendita di proprietà dei cosiddetti “Cinesi”, al centro commerciale Vibo center in provincia di Vibo Valentia, era rientrato da Matera da una settimana. Caso vuole che si senta male, si rechi in ospedale, lo ricoverino con la diagnosi di infarto. Effettuano come da procedura il tampone; l’esito dello stesso è positivo, anche il secondo tampone ripetuto risulta uguale!

Questa serie di eventi sono voragini di un sistema pensato male! Non dovrebbero capitare, visti i protocolli e il decreto del 17 maggio 2020. 

Quando il cittadino chiede alle istituzioni e queste non ascoltano per comodità, accade ciò che non deve! Si mette a rischio la vita dei cittadini! Questo virus è una continua scoperta non lascia scelta, ma se si riesce a gestire muore; dipende dalle azioni intraprese! Dipende da quanto vogliamo incidere sul territorio di appartenenza in termini di monitoraggio e intervento, dipende da quanto ci si vuole guadagnare in termini di immagine! Dipende dalla coscienza forse, presente!

Si instaura così, rispetto al contagio, una catena piramidale:

  1. Il soggetto è venuto a contatto con quante persone?
  2. I soggetti con cui collaborava, quante persone hanno incontrato? e a loro volta quante ne hanno incontrate nuovamente?
  3. Dal ceppo primario quanti sottoinsiemi si saranno creati?
  4. Il soggetto rientrante da altra regione ha seguito le procedure previste dalla regione?
  5. Il punto vendita in cui lavorava perchè non è stato posto a controllo durante l’attività?

Sono tutti punti a cui fa capo l’ allegato 10 e 11 del Dpcm del 17 Maggio 2020.

Allegato 10 – Criteri per Protocolli di settore elaborati dal Comitato tecnico-scientifico in data 15 maggio 2020

I principi cardine che hanno informato ed informano le scelte e gli indirizzi tecnici sono:
1. il distanziamento sociale: mantenendo una distanza interpersonale non inferiore al metro;
2. la rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti;
3. la capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale ed ospedaliera.

Per garantire a tutti la possibilità del rispetto di tali principi è necessario prevedere specifiche misure di sistema, organizzative, di prevenzione e protezione, igieniche e comunicative declinate sullo specifico contesto produttivo e di vita sociale, tenendo presente i seguenti criteri anche facendo riferimento ai documenti di indirizzo prodotti da ISS e INAIL:
  1. Il rischio di aggregazione e affollamento e la possibilità di prevenirlo in maniera efficace nelle singole realtà e nell’accesso a queste
  2. La prossimità delle persone (es. lavoratori, utenti, ecc.) rispetto a contesti statici (es. persone tutte ferme in postazioni fisse), dinamici (persone in movimento) o misti (contemporanea presenza di persone in posizioni fisse e di altre in movimento);
  3. L’effettiva possibilità di mantenere la appropriata mascherina da parte di tutti nei contesti raccomandati;
  4. Il rischio connesso alle principali vie di trasmissione (droplet e contatto) in particolare alle contaminazioni da droplet in relazione alle superfici di contatto;
  5. La concreta possibilità di accedere alla frequente ed efficace igiene delle mani;
  6. L’adeguata areazione negli ambienti al chiuso;
  7. L’adeguata pulizia e igienizzazione degli ambienti e delle superfici;
  8. La disponibilità di una efficace informazione e comunicazione.

Allegato 11 – Misure per gli esercizi commerciali

  1. Mantenimento in tutte le attività e le loro fasi del distanziamento interpersonale.
  2. Garanzia di pulizia e igiene ambientale con frequenza almeno due volte giorno ed in funzione dell’orario di apertura
  3. Garanzia di adeguata aereazione naturale  e ricambio d’aria
  4. Ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani. In particolare, detti sistemi devono essere disponibili accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento.
  5. Utilizzo di mascherine nei luoghi o ambienti chiusi e comunque in tutte le possibili fasi lavorative laddove non sia possibile garantire il distanziamento interpersonale.
  6. Uso dei guanti “usa e getta” nelle attività di acquiston particolarmente per l’acquisto di alimenti e bevande.
  7. Accessi regolamentati e scaglionati secondo le seguenti modalità:

a) attraverso ampliamenti delle fasce orarie;
b) per locali fino a quaranta metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori;
c) per locali di dimensioni superiore a quello della lettera b)l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita.

8. Informazione per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata.

E’ necessario aumentare i controlli presso le attività commerciali. Alcune attività fanno gioco forza risparmiando sulle strutture e sul personale.

Bisogna avere l’obbligo del tampone mensilmente per tutti gli operatori di servizio commerciale

Chiedo al Presidente di Regione Calabria Jole Santelli, di pensare ai punti che vado ad elencare:

  1. Intensificare i controlli all’interno dei punti vendita attraverso la presenza di ispettori;
  2. Intensificare i controlli attraverso la presenza delle autorità competenti all’esterno dei centri commerciali per verificare che l’affluenza non superi il flusso previsto di assembramento come da protocollo; 
  3. Inserire figure idonee come ausilio di: personale specializzato al commercio per la formazione del personale alle tematiche: Covid-19 – Come e quali metodi gestire in punto vendita in presenza di Covid-19 – Tecniche di vendita Covid-19 – Come affrontare l’assistenza sanitaria in presenza di soggetti positivi sintomatici e asintomatici – 
  4. Obbligo di porre nel punto vendita telecamera atte a monitorare gli ingressi e il numero di ingressi, per rendere possibile la tranciabilità dei soggetti e il traffico presente all’interno dei punti vendita, come da protocollo;
  5. Obbligo del tampone mensile per tutti gli operatori del servizio commerciale;

Tutti questi interventi che certamente richiedono esborso economico dovrebbero essere in parte garantiti dalle istituzioni territoriali regionali. I soldi ci sono! Basta saperli distribuire. 

I protocolli non bastano, servono azioni mirate e concrete. 
Serve l’obbligo della mascherina che abitualmente si sta omettendo! Si sta diffondendo l’omissione di indossare i dispositivi di protezione, di fare assembramenti e di pensare che il virus non ci sia più.

Mettiamoci in testa che:

  • La pandemia esiste
  • Non esiste il vaccino
  • Se il virus si diffonde i contagi aumentano 
  • Il virus è morte
  • Covid-19 non sceglie di che colore politico sei, ma scegli chi vuole!

Vi aggiornerò sul caso. Per ora sono stati posti a tampone anche i dipendenti del punto vendita e i familiari del soggetto interessato.

Vi consiglio di leggere:

Organizzazione mondiale della sanità – Fase 2 Dpcm 26 Aprile

Covid-19 – Conosciamolo – La sperimentazione del farmaco Coronavirus –

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