Decreto del Presidente del consiglio dei ministri 28 marzo 2020 – Criteri di formazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale 2020

Decreto del Presidente del consiglio dei ministri 28 marzo 2020 – Criteri di formazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale 2020

Novità nella ripartizione del fondo di solidarietà comunale.

Meritano il primo posto al lavoro svolto nella lotta al coronavirus, i Sindaci.

Un pò aspra la replica della regione che, giustamente, denota come i soldi destinati, siano un anticipo di cassa che ogni anno spettano alle regioni.

Di seguito la dichiarazione del Presidente della regione Calabria che ne spiega il meccanismo e che trovo ampliamene esaustiva:

I 4.3 miliardi del governo? Una messa in scena umiliante per i cittadini. I 4,3 miliardi di trasferimenti annunciati dal governo non sono altro che un anticipo delle risorse ordinarie che ogni anno lo Stato trasferisce agli enti locali.

Tali risorse non possono essere utilizzate per il sostegno alle persone in difficoltà bensì per le spese di funzionamento dell’Ente come il personale e servizi essenziali.

Rispetto all’annuncio roboante di 4,3 miliardi che rischia di ingenerare aspettative dei cittadini nei confronti degli amministratori locali, l’unico trasferimento destinato ai comuni per il sostegno alle fasce più deboli è rappresentato dai 400 milioni che la protezione civile suddividerà per gli 8100 comuni presenti sul territorio.

Perfettamente d’accordo con la Presidente della regione Calabria Jole Santelli. Restano da distribuire:

  • 400 milioni in 8100 comuni italiani;
  • 4,3 miliardi saranno l’investimento futuro economico sociale dei sindaci. Rimane da dire che questa è un’anticipazione del montante totale spettante; 

L’annuncio alle sentinelle, è stato comunicato dal Presidente del consiglio Conte durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi con il Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri e in videocollegamento il Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, in occasione alla firma del: Decreto del Presidente del consiglio dei ministri 28 marzo 2020 – Criteri di formazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale 2020. Un lavoro quello dei sindaci che andrà a coordinarsi con la protezione civile e gli assistenti sociali per un equa distribuzione delle risorse.

La mia domanda è?:

  • Su che base il comune accerta il grado di povertà del soggetto per l’attribuzione del buono spesa?
  • Per coloro che sono rimasti indietro e che non possono dichiarare la realtà poichè le vicissitudini di vita ti portano ad adottare i “meccanismi scorciatoia in nero”, cosa faranno le sentinelle?
  • Se sono povero da quando è arrivato il coronavirus?

La maggior parte delle comunità territoriali dell’intera nazione ha attuato il piano B, quello della spesa solidale. Il riscontro è positivo nella condivisione!

I comuni stanno attuando la procedura per l’accreditamento per la fornitura gratuita di beni di prima necessità a cittadini in stato di bisogno da parte degli esercizi commerciali.

Per quanto riguarda i 4,3 miliardi di risorse suddivisi ai comuni, ho avuto la netta sensazione che, sia stato un colpo di scacco inaspettato alle regioni per porre fine alla parsimonia dei comuni e poter dare loro una boccata d’aria di fronte le necessità plurime che li attendono, una di questa è la crescita economica e sociale della propria città!

In netto di ragionamento lo stato dice: i soldi li avete sappiate gestirli perchè non ce ne saranno più se non una seconda tranche che completa il montante finale. Analizzando, vi sono comuni che sono ridotti colabrodo e: dalla manutenzione alle strade, al problema spazzatura, alle infrastrutture interne da ricollocare in termini strutturali, davvero i soldi sono pochi! Fatto sta che a battere cassa sono i cittadini che sanno bene di aver diritto e poter mangiare! Ecco che si stringerà largamente la fascia degli aventi diritto ai buoni spesa con l’ausilio degli assistenti sociali.

Si afferma la mentalità che, attraverso le disposizioni del governo centrale, l’Italia debba essere dipartita in piccole unità locali in funzione del bisogno del cittadino.

Ho la vaga idea che le regioni ordinarie rimangano, in termini gerarchici solo strumento di coordinamento, ma non avranno, in un futuro non troppo lontano, funzione di distribuzione delle risorse.

Le sentinelle sono a lavoro!

Qualcosa si muove! I colpi di scena nelle retrovie di palazzo si avvicendano!

Vi lascio il decreto con i relativi allegati di ripartizione.

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