I Buoni Spesa – Diario di una quarantena

I Buoni Spesa – Diario di una quarantena

Ciao Diario di una quarantena,

oggi 29 Marzo 2020, ti voglio raccontare qualcosa che stavo scrivendo nel mio racconto in bozza per poi pubblicarlo. Lo riporto tra queste righe per testimoniare ciò che un giorno i figli racconteranno alla nuova generazione, anche se sarà letto da 1 -2 – 10 o nessuno, ciascuno di noi sarà importante in tutto.

Stamattina, come ogni mattina, ho sentito Mamma al telefono, non è più come prima che sfuggivo alla chiamata per tempo o per voglia di non farlo. Mamma e papà sono blindati a casa, perchè con le mie sorelle abbiamo tanta paura. La loro età è quella degli insegnamenti passati, quella della memoria che negli anni ha lottato per sopravvivere al dopoguerra, oggi è costretta a nascondersi in casa da un nemico invisibile che si accompagna al “silenzio”. Vaga senza timore, ti osserva, ti passa accanto, decide, senza lasciarti la volontà di scegliere ne per un saluto, ne per un abbraccio, hai soltanto il tempo di prendere le tue ceneri e seguirlo.

Mamma ha 78 anni, ha gli occhi verdi e fattezze non mediterranee. E’ bella, come le foto in bianco e nero custodite nei cassetti delle scrivanie a casa, la ritraggono con i capelli lunghi e lisci che la adornano. E’ vestita perfetta, poiché nonno da sarto le ha insegnato a cucire. Sempre distinta, vestita bene, con la grande forza di chi ha dovuto lottare per farcela durante il periodo del dopo guerra, indipendente, lavoratrice di un mestiere che mi ha portato a capire cosa vuol dire cultura, l’insegnamento.

«Pronto».

«Buongiorno, allora oggi c’è il sole li da te?»

«Mamma, si c’è il sole!»

E’ abituata a sentirmi incavolata, sa che è il mio modo di essere. Lei è l’unica che comprende che, questo è proprio lo status che ho scelto per me stessa, mi permette di rimanere sempre razionale. 

«Che c’è, oggi incavolata di nuovo?»

«Sono arrabbiata che è peggio! Per ciò che ci stanno facendo. Dopo che il popolo del sud ha sempre lavorato e sofferto negli anni della crisi, continuano a trattarci come poveracci! Abbiamo perso tutto in un attimo, senza che loro dall’alto avessero consapevolezza di ciò che stava accadendo, prendendo tutto con facilità, portandoci così a rinunciare a noi stessi per proteggerci da un cazzo di virus che abbiamo importato da oltre oceano. Ora non sanno gestire l’economia del paese! Tutto perchè ci hanno imposto a non essere liberi nella nostra patria, obbligandoci ad un europa che io non ho voluto pur votando! Costretti a stare attenti ai colpi di stato della solita Germania che ho conosciuto nei libri di storia e che ho visto mentre percorrevo le stanze del milite ignoto a Roma. Ancora è vivo il ricordo dello sterminio che abbiamo subito, ancora ricordo il sacrificio dei militari in quella sequenza storica fotografica, le innumerevoli testimonianze che finanche nonno ci ha raccontato. Dopo ciò, ora, ci ritroviamo ad affrontare un’organizzazione latente da ciò che è veramente il bisogno del popolo, l’europa. Hai sentito ora dei buoni spesa? La carità al popolo monitorata dai servizi sociali. Monitorati finanche nella povertà! Dividono la società tra chi può morire di fame e chi può ostentare. Pensano che il popolo sia stupido, giocano con la classe debole che si accontenta per necessità. Io non ho voglia di accontentarmi, ho voglia di far crescere la mia terra che è stata sempre messa da parte, non capiscono che alimentano le rivoluzioni. Sono mesi, ancor prima succedesse tutto, che si parla di massoneria! Giocano a carte con l’europa: se non mi dai i soldi che mi servono come ti dico io, per me l’europa finisce; nel frattempo muoiono persone, rischiano la vita medici e infermieri e si espande la pandemia e la crescita economica si allunga sempre di più portandoci alla recessione! Però, dall’alto dell’egocentrismo tra sedie e cravatte, virtù loro storica vuole che: ognuno si fregi di aver lottato per avere la meglio e non disfare l’europa! Poi se il popolo è senza niente, se le aziende per cui lavoravi non riaprono, se le attività che avevi costruito falliscono, di quello un progetto specifico non esiste! Di che viviamo?  Che gli frega! Lo stipendio loro mica se lo sono toccati!»

«Lo so, io e papà abbiamo paura non per noi, ormai noi la nostra vita ce la siamo fatta, erano altri tempi, ma per voi. Mai avremmo potuto pensare di ritornare al tempo del dopoguerra. Questi hanno fatto come quando ero ragazza io, alle famiglie davano una tessera, con quella tu avevi diritto a comprarti un quantitativo di mangiare, ma non quello di adesso, allora non c’era niente! Pensa, noi, grazie al lavoro di nonno come sarto, ce la cavavamo bene rispetto chi non aveva nulla; confezionava le divise dei militari, rammendava, cuciva i cappotti per i governanti, gli veniva chiesto di cucire le bandiere all’esercito. Non dimenticherò mai quando nonna mi metteva in mano quella tessera della spesa una volta al mese e mi diceva – vai a prendere le cose che ci danno – io andavo e se serviva lo zucchero ci veniva spezzato da un grosso blocco e dato a grammi, lo stesso il sale, ci veniva distribuito come fossero sassi, la pasta incartata in una carta oliata blu o grigia, tutta pesata, la farina distribuita come fosse oro. Eravamo nove noi a casa, ma ti ripeto, con il lavoro di nonno avevamo la fortuna di una casa, di poter scambiare il lavoro con l’acquisto di animali, per mangiare, i soldi non esistevano, li vedevi solo se ti pagavano i militari e i governatori. Siamo tornati così! Bisogna affrontarla, dovete farvi sentire e far capire quello che volete per il vostro futuro, non sottoponetevi a tutto per comodità. E’ così purtroppo, noi possiamo solo chiedervi scusa per avervi dato un mondo così brutto. Hai visto il papa? »

«Mamma, non incominciare con la storia del papa, la chiesa e altro, perchè la gente ha iniziato ad avere le visioni, cercano sempre il di più, invece di tenersi con i piedi per terra. Prima i balconi, poi gli abbracci, ora le visioni, è così che distraggono le persone e vengono assuefatte dal pensiero!»

«Lo so che ti da fastidio e che credi come vuoi tu, però il papa ha detto soltanto che il mondo deve cambiare, di unirci e di pregare, perchè la più grande punizione che stiamo ricevendo è toglierci tutto ciò che abbiamo di materiale per sentirci impauriti, smarriti. Noi pensiamo che al di sopra non ci sia altro, ora è arrivato il momento in cui dobbiamo credere e capire che il mondo è un unica terra!»

«Va bene mamma, hai ricominciato con la stessa storia! Un giorno crederò, per ora credo che voglio avere i miei affetti senza che nessuno me li tolga, al resto sono abituata, qui il lavoro è sempre stato un incognita, mi ricostruirò, come faranno tanti di noi! »

«Non avere paura, stavolta ti dico io a te quello che mi hai detto quando avevi 10 anni  – la paura non esiste – »

«Si va bene mamma, ciao».

Mio nonno cuciva le bandiere per la mia Italia,

Oggi tu governo cuci la bandiera all’Europa!

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